Ai confini ed oltre 2017
23 settembre ore 17.30
Sala Sosat Trento
Flute and upper voices
Emilio Galante flauti ed elettronica/ Ensemble vocale Celestino Eccher
diretto da Chiara Biondani
Un concerto a specchio, dove le linee polifoniche del coro si
riflettono nel flauto, reso polifonico dall’elettronica. In programma
due composizioni di Emilio Galante. Steila da neif è tratto dal lavoro
Larjines, composto una decina di anni fà, cantato in lingua ladina, e
ispirato all’immaginario dolomitico. La suite Doublesex proviene dal
melologo omonimo, liberamente ispirato a Middlesex di Jeffrey Eugenides
(premio Pulitzer nel 2003), lirico racconta della vita di un
ermafrodito, riflessione su un aspetto della sessualità da sempre
esistito, rimosso, oggi attuale nel dibattito sull’identità di genere.
La suite viene accompagnata dalle immagini che l’artista palermitano
Enzo Patti ha ideato per lo spettacolo. Doublesex è uscito in cd nel
2016 per l’etichetta bolognese “A simple Lunch”. John Tavener ha
scritto per coro buona parte della propria produzione
fortemente ispirata alla spiritualità ortodossa: The Lamb è stato anche
utilizzato da Sorrentino nella colonna sonora del La grande Bellezza.
Dalla stessa colonna sonora viene il suggerimento per lo struggente I
lie di David Lang, uno dei tre fondatori di Bang on a Can, l’ensemble
di New York forse più rappresentativo del New Sound. Il Vermont
Counterpoint di Steve Reich fa parte della serie di contrappunti che il
compositore americano ha scritto per strumento solo e tape dove sul
tape sono preregistrate 11 tracce per flauto che si rincorrono seguendo
i percorsi di sfasamento cari al loro compositore.
Parole sulla musica,
musica sulle parole
Sonata Islands in collaborazione con la Biblioteca Comunale di Borgo Valsugana
29 settembre ore 20.30 Biblioteca Borgo Valsugana - 30 settembre ore
17.30 Sala Sosat Trento
Viva Wagner
Wagner raccontato da Giuseppe Calliari e suonato dal duo pianistico EB, Marina Baudoux e Edoardo Bruni
Artista romantico a tutto tondo -compositore, poeta,
rivoluzionario, teorico del dramma in musica- Wagner rielabora alla
luce del pensiero del suo tempo le leggende del medioevo tedesco. E'
progetto culturale che inventa il genere fantasy e porta la musica a un
punto di non ritorno. Nel racconto per voce e pianoforte 'Viva
Wagner" lo strumento, attraverso i motivi del Tannhauser, del Tristano,
dei Maestri cantori, seduce il narratore sospendendolo tra le forze
dominanti dell'amore e dell'arte: quale dialettica si instaura tra
loro? e, per dirla con il Nostro, sarà redenzione o perdizione?
Il progetto "VIVA WAGNER!" è basato su una serie di nuove trascrizioni
per pianoforte a quattro mani di celebri pagine orchestrali di Wagner,
realizzate recentemente dal pianista e compositore Edoardo Bruni. Nelle
versioni passate erano spesso presenti non solo modalità di
trascrizione a volte poco pianistiche, o comunque poco efficaci, ma
anche alcuni palesi errori, ed inoltre alcune delle trascrizioni
proposte non erano mai state scritte per questa formazione, che si
presta particolarmente bene alla trascrizione di brani
orchestrali. In
programma:
Meistersinger (Preludio atto I)
Idillio di Sigfrido
Cavalcata delle Valchirie
Tristano (Preludio e Morte di Isotta)
Tannhäuser (Ouverture)
5 ottobre Locos ore
21.30, Rovereto - 6
ottobre ore 20.30, Biblioteca
Borgo Valsugana- 7 ottobre ore
17.30, Sala Sosat
Trento
A spasso con Frank
Melologo underground intorno al grande Frank Zappa da Baltimora
Reinvenzioni zappiane di Marco Dalpane
Testo di Giordano Montecchi
Giordano Montecchi voce recitante/ Marco Dalpane pianoforte/ Emilio
Galante flauto
Se parlare di musica è come ballare di architettura, parlare di
Frank Zappa è anche peggio.
Raccontarlo è impossibile e probabilmente sarebbe meglio tenere la
bocca chiusa. «Sta zitto e suona!»: ce l’ha detto lui nel titolo di un
suo famoso album. Eppure non si può farne a farne a meno, anche se una
sfida del genere, da qualunque angolatura la si guardi, fa sentire
inadeguati. Che cosa ha spinto, dunque, due musicisti e mezzo, a
tuffarsi in questa impresa? Innanzitutto l’amore per la musica di
Zappa, che per alcuni di loro è la passione di una vita. Una passione
con dentro tutta la consapevolezza che “suonare Zappa” significa
sottoporsi a una disciplina ferrea, affrontare un lessico musicale di
altissima fattura e straordinariamente severo dal punto interpretativo.
Una musica la cui originalità e “trasversalità” non ha uguali nel
panorama musicale degli ultimi cinquant’anni. Una lezione autentica,
quella di Zappa, e che ha bisogno di tempi lunghi per essere compresa a
fondo. Ma subito dopo viene anche il bisogno irresistibile, quasi un
dovere, di sfatare e ridisegnare l’immagine di questo compositore,
chitarrista e bandleader, depositatasi nell’immaginario mediatico.
Immagine per tanti aspetti deformata, incrostata di luoghi comuni da
aggredire a colpi di scalpello, tanto sono cristallizzati.
L’idea è venuta a Emilio Galante. Approfittare dell’uscita di Frank
Zappa. Rock come prassi compositiva (Arcana), un libro di Giordano
Montecchi che di Frank Zappa è studioso di ormai lunghissimo corso, e
insieme a lui e Marco Dalpane costruire un racconto musicale che
mescola musica e parole: riflessioni su Zappa, ma soprattutto parole di
Zappa stesso, raccolte fra le migliaia di pagine che ci ha lasciato fra
libri, interviste e quella sua particolarissima produzione in veste di
oratore da palcoscenico, capace di trasformare un concerto in un vero e
proprio spettacolo teatrale. Tecnicamente la forma che ne è risultata è
quella del melologo, cioè brani musicali intercalati a una voce
recitante, sempre sorretta dalla musica, proprio come piaceva fare a
Zappa, quando dal palco, parlava al suo pubblico, e lo spiazzava,
svelandogli, per così dire, l’altra faccia di tutte le cose. Ma Zappa
non c’è più. Qui c’è solo un trio alle prese con l’impossibile.
13 ottobre Biblioteca ore
20.30, Borgo Valsugana-
14 ottobre, ore 17.30
Sala Sosat Trento
Hobo Plays Robert Wyatt
La biografia di Robert Wyatt raccontata dal traduttore italiano
Alessandro Achilli con il duo Massimo Giuntoli-Eloisa Manera.
Nato da genitori iscritti alla Società Fabiana, cresciuto nel
rispetto e nell'ammirazione della cultura e della musica in
particolare, Robert Wyatt è una delle personalità di spicco di quella
che viene chiamata "Scena di Canterbury", una scena musicale che si
venne a creare fra gli anni sessanta e settanta da alcuni musicisti
della città di Canterbury, nel Kent. Un nuovo genere il loro, con
influenze del rock psichedelico, della musica elettronica e del jazz.
Alessandro Achilli, traduttore della biografia autorizzata Different
Every Time di Marcus O'Diar su Robert Wyatt, svela la natura del
polistrumentista Wyatt ripercorrendo tutte le tappe della sua vita
privata e professionale. A partire dalle prime esibizioni dei Soft
Machine – gruppo fondato da Wyatt stesso formatosi nel 1966 – fino al
Wyatt più maturo e segnato dall'incidente che lo costrinse a una vita
sulla sedia a rotelle, Achilli fa emergere tematiche che mostrano un
artista introverso, combattuto e, nonostante la sua importanza e
"grandezza", molto insicuro.
Wyatt amava la musica strutturata, complessa: «Non amava l'emozione
scritta in maiuscolo e non sopportava i cantanti che calcavano sulla
retorica tipica del Rock». Queste caratteristiche, nonché la sua
passione per la sperimentazione e uno stile di vita "anarchico",
contribuirono alla sua espulsione dai Soft Machine. Wyatt non resse il
colpo, cadde in depressione e solo fondando un nuovo gruppo, i Matching
Mole, riuscì a rialzarsi restando però per il resto della sua carriera
intrappolato nella riservatezza e modestia che lo caratterizzano, al
limite della mancanza totale di autostima.
Con la performance dal vivo del duo Hobo, che ha arrangiato per
pianoforte e violino alcuni dei brani più celebri di Wyatt, accompagna
e commenta la narrazione, suonando e cantando alcune delle musiche più
esemplari del musicista inglese
20 ottobre ore 20.30
Biblioteca Borgo Valsugana - 21 ottobre ore
17.30, Sala Sosat
Trento
Un’anima divisa in trio
Giovanni
Venosta pianoforte/ Giulio Visibelli fiati/ Alberto Turra chitarra e
percussione
Giovanni Venosta spiegherà, canterà e
suonerà le colonne sonore da lui composte di 4 lungometraggi di Silvio
Soldini: "Pane e tulipani", "Brucio nel vento", "Un'anima divisa in
due" e "Le acrobate". Il trio eseguirà brani tratti dalle colonne
sonore di quattro film del regista milanese: "Pane e tulipani", "Brucio
nel vento", "Un'anima divisa in due" e "Le acrobate". Ciascun brano
sarà introdotto e commentato dall'autore - attualmente docente del
Corso di laurea triennale di Musica per Immagine alla Scuola Civica di
Milano - in modo da far entrare comodamente gli spettatori nella trama
di ogni singola opera cinematografica, anche senza il supporto della
pellicola. Un viaggio nell'affascinante mondo del commento sonoro alle
immagini, anche attraverso la breve analisi del rapporto artistico e le
dinamiche che intercorrono tra compositore e regista. La trascrizione
di queste musiche compiuta appositamente per un trio di virtuosi, è
stata pensata per rendere particolarmente "spettacolare" l'esibizione
concertistica. Il 21 ottobre lo spettacolo si trasformerà in "Un'anima divisa in Duo" per l'assenza di Alberto Turra.