Ai confini ed oltre 2018

Sala Sosat - Via Malpaga, Trento, info 392 6911279
Loco's bar - Via Valbusa Grande, 7, 38068 Rovereto, info 349 729 6496




29 settembre ore 17.00 Sala Sosat Trento   
Muti Musicati - In motocicletta sulle Dolomiti
Tiziano Popoli pianoforte, sintetizzatori e composizione/ Vincenzo Vasi basso, theremin, elettronica
Regia e sceneggiatura di Lothar Rubelt, Austria, 1926, 46 min, BN.
Copia originale conservata presso il Filmarchiv Austria, Vienna.

Un gruppo di entusiasti motociclisti viennesi progetta di realizzare un film sulle Dolomiti. Dopo avere superato intoppi e contrattempi burocratici, con mezzi tecnici ridotti e in appena due settimane, la troupe lo concretizza.
La comitiva parte in motocicletta da Vienna, attraversa il confine incontrando sul tragitto località famose come Cortina d’Ampezzo e il lago di Misurina, scala l’altopiano delle Tofane passando accanto ai resti recenti della I Guerra e raggiunge infine il Rifugio Cantore a 2588 metri sul livello del mare. Qui il documentario si chiude con la contemplazione dell’imponente gruppo della Marmolada e il sopraggiungere della sera.
Riprese di ambienti montani, passione per viaggio e motori si fondono in questo documentario che per qualità e tematiche rappresenta un unicum nella cinematografia sportiva dell’epoca. Le star del film sono le moto, presenti in quasi tutte le inquadrature e i paesaggi alpini che incantano i protagonisti come gli spettatori.
Il Centro Audiovisivi di Bolzano ha curata l’edizione di In motocicletta sulle Dolomiti nel 2003 in collaborazione con il Filmarchiv di Vienna e ha commissionato la composizione e la realizzazione della colonna sonora a Tiziano Popoli.
In questa edizione “live” del film di Lothar Rubelt la sonorizzazione nasce dall’incontro tra il theremin, il basso e l’elettronica di Vincenzo Vasi e il pianoforte, i sintetizzatori e i giocattoli sonori di Tiziano Popoli, nell’intreccio tra temi musicali scritti e composizione istantanea; tra sonorità acustiche ed elettroniche.
Tiziano Popoli e Vincenzo Vasi collaborano da molti anni e hanno creato le musiche per molti film muti, tra cui "L'uomo con la macchina da presa" di Dziga Vertov, "Der Golem, wie er in die Welt kam" di Paul Wegener , "Das Cabinet des Dr. Caligari" di Robert Wiene, "Kreuzspiel" di Ludwig Hirschfeld-Mack, "Filmstudie" di Hans Richter, "Ein Lichtspiel schwarz-weiss-grau"  di László Moholy-Nagy e "Blue Movie" di Marc Adrian.
 





6 ottobre ore 17.00 Sala Sosat Trento   
Osso Mastrosso e Carcagnosso
Testo di Antonia Sorce e Paride Benassai
Musiche di Emilio Galante
Illustrazioni di Enzo Patti


Paride Benassai - voce recitante e cunto
Emilio Galante flauto ed elettronica
Ensemble vocale "C. Eccher"diretto da Chiara Biondani

"Il progetto è nato a Palermo, città natale di mia moglie, Antonia Sorce, con la quale per la prima volta ho collaborato, nell’ideazione del testo e della narrazione. A Palermo abbiamo conosciuto Enzo Patti, artista e docente all’Accademia di Belle Arti, che ha illustrato un bellissimo libro (Osso, Mastrosso e Carcagnosso - Immagini, miti e misteri della ‘ndrangheta - Rubettino Editore) : il libro ha suggerito lo spettacolo.
Paride Benassai ha recitato il testo della prima versione che andava in scena con un piccolo ensemble strumentale. Ora ho riscritto completamente la musica per flauto e ensemble vocale. Paride ha preso il testo originale e lo ha reinventato in siciliano mentre il testo originale di Antonia è utilizzato per la scrittura corale, in una sorta di contrappunto fra voce della narrazione in siciliano e commento del coro (i riferimenti classici sono evidenti)
Le immagini disegnate da Enzo Patti (a volte movies), sono controllate live da una pedaliera midi. Quello che ne risulta è una sorta di cartone animato che racconta le origine leggendarie delle Mafie (in una narrazione mitica già utilizzata da Saviano).
Tre fratelli, Osso, Mastrosso e Carcagnosso vendicano sanguinosamente lo stupro della sorella: per fuggire alla giustizia fuggono a Favignana, dove stanno 29 anni, 11 mesi e 29 giorni (non a caso il tempo massimo di carcerazione nelle carceri dell’isola al tempo dei Borboni): lì ideano un codice di onore che porteranno con sé “colonizzando” Sicilia, Calabria e Campania, fondando Mafia, ‘Ndrangheta e Camorra  e ampliando sempre più l’originario nucleo criminale." EG

Trailer





11 ottobre Loco's bar ore 21.30, Rovereto
Alberto Turra Trio
the TAAN trio plays "It Is "It Is Preferable Not To Travel With A Dead Man"
Alberto Turra chitarra elettrica/ William Nicastro basso elettrico/ Stefano Grasso batteria
“Decidere di pubblicare un disco live è sempre un travaglio che si conclude positivamente soltanto se l’intensità di quello che si pensa di aver suonato resiste al tempo e allo spazio. Cioè se l’intensità resiste agli ascolti successivi, nonostante gli errori (o quello che pensiamo siano tali) e gli scherzi della memoria. Se il disco in questione è addirittura “in solo” la faccenda si complica se possibile di più. Questo è un disco spurio sia in termini di genere che in termini di intestazione. E’ il risultato di un tour di una trentina di concerti solo guitar, appunto, atto a promuovere il precedente disco “Filmworks”, tour che mi ha portato a suonare in luoghi, spesso (non sempre) molto lontani dai circuiti consueti: ovili in sardegna, chiese sconsacrate, boschi, in cima alle dolomiti, aie della bassa padovana, ateliers, giardini, laboratori, stalle, appartamenti. Occasionalmente mi capitava di ospitare sul palco (?) qualche musicista locale, a volte amico, a volte estraneo, e di condividere un frammento di concerto. Questa è la volta in cui l’amico ed eccezionale contrabbassista Riccardo Barbera mi ha raggiunto per un paio di brani a rendere spuria, come dicevo, l’intestazione del disco. Perchè, come consiglia il titolo (preso dai titoli di testa di Dead Man di Jarmush, citazione dello scrittore surrealista Henry Michaux), se devi viaggiare assicurati che i compagni con cui ti incammini siano vivi. Questo disco quindi non può che essere considerato una testimonianza a campione di un tour entusiasmante proprio perché esso stesso impuro, inconsueto, vitale.”


13 ottobre ore 17.00 Sala Sosat Trento   
Musica nel buio - Buster Keaton, The general
musiche originali di Marco Dalpane
Marco Zanardi clarinetto, Francesca Aste synth, Tiziano Zanotti contrabbasso
Claudio Trotta batteria, Marco Dalpane pianoforte
Una straordinaria concatenazione di gags visive, situazioni paradossali e imprese impossibili fanno di The General (Come vinsi la guerra) uno dei capolavori di Buster Keaton. The General, primo e più illustre esempio di cinema epico/comico, è considerato uno dei grandi classici del cinema muto e presenta il più bell'inseguimento fra due locomotive che la storia del cinema ricordi.
Marco Dalpane, autore specializzato nella composizione di musiche per il cinema muto, firma l’accompagnamento musicale di The General e lo affida all’esecuzione dal vivo dell’ensemble Musica del Buio.
"Non è facile il mestiere di musicista che sonorizza i film muti…
Un compositore che risolve la questione nutrendo la tradizione con una moderna sensibilità è Marco Dalpane" (Ermanno Comuzio, Cineforum n.461)
"Il personaggio Buster Keaton non si ferma mai a riflettere, ma sviluppa un’azione tenace e sperimentale, nel senso che non si arrende di fronte agli ostacoli ma ricerca continuamente la possibile alternativa, aggirando la logica comune. Solo attraverso una fantasia mirabolante e istantanea riesce a reagire a ogni catastrofe, come se il mondo potesse essere ri-costruito per puro atto di una volontà che diventa immediatamente azione. Così la nostra musica per i suoi film procede per contrasti ritmici, pause, rapide accelerazioni, sospensioni, laboriosi ostinati, fratture. La continuità discorsiva è costantemente sabotata da incidenti e anomalie di funzionamento che diventano così i veri agenti della forma musicale, proiettata in un continuo divenire. " MD
Lo spettacolo presentato in prima assoluta il 22 luglio 2010 in piazza Maggiore a Bologna, nell'ambito della rassegna Sotto le stelle del cinema promossa dalla Cineteca di Bologna, è stato presentato anche a Pergine (Scirocco), Lugano (LongLake Festival), Treviso (Cinema Edera), Berna (Film & Musik, Grosse Halle Reitschule), Reggio Emilia (Cinema Rosebud), Rovereto (Rovereto Estate), Corti Vivi (Soliera, MO), Artinscena (Soliera, MO), LunedìCinemaEstate (Riva del Garda, TN).






20 ottobre ore 17.00 Sala Sosat Trento   
La Strada
di Cormac McCarthy- video e regia di Stefano Cioffi

Guglielmo Poggi voce recitante / Francesco Berretti chitarra elettrica
Un uomo e un bambino, padre e figlio, senza nome. Spingono un carrello, pieno del poco che è rimasto, lungo una strada americana. La fine del viaggio è invisibile. Circa dieci anni prima il mondo è stato distrutto da un'apocalisse nucleare che lo ha trasformato in un luogo buio, freddo, senza vita, abitato da bande di disperati e predoni. Non c'è storia e non c'è futuro. Dopo molte tribolazioni arrivano al mare; ma è ormai una distesa d'acqua grigia, senza neppure l'odore salmastro, e la temperatura non è affatto più mite. Raccolgono qualche oggetto da una casa abbandonata e continuano il viaggio verso sud, verso una salvezza possibile...

Guglielmo Poggi si è fatto conoscere nel 2013 con lo spettacolo di Roberto Cavosi "La Donna Bambina"; è autore e protagonista nello stesso anno del testo "Coffee Shop", con il quale riscuote un grande successo di pubblico; inizia una stretta collaborazione sempre nel 2013 con il Globe Theatre di Roma, dove parteciperà nelle vesti di Benvolio al "Romeo e Giulietta" diretto da Gigi Proietti, con il quale è ancora in scena. Nel mondo del cinema, Gugliemo inizia invece a creare il suo spazio interpretando il figlio di Gassman in "Viva l'Italia" per una regia di Massimiliano Bruno, Matthew in "Sorrounded" diretto da Laura Girolami, Maurizio in "Smetto quando voglio" di Sidney Sibilia (con il quale riscuote notevole successo) e "L'estate addosso" di Gabriele Muccino nel 2015.
 Viene conosciuto anche sul piccolo schermo per i suoi ruoli nelle serie "Un'altra vita", "Don Matteo", "Pregiudizio" e "Provaci ancora Prof 3".  È protagonista del nuovo film di Castellitto il Tuttofare per il quale riceve il Nastro d'argento quale miglior attore protagonista esordiente.






25 ottobre Loco's bar ore 21.30, Rovereto
Muti Musicati - Georges Melies
Valeria Sturba violino
Con il suo set grande e colorato Valeria Sturba si immerge nei cortometraggi fantascientifici di George Méliès.
Archi, theremin, giocattoli, piccoli strumenti low fi, suoni surreali che si sommano, si fondono, si moltiplicano ed accompagnano il professor Maboul ed altri personaggi verso le più disparate avventure terrene e celesti; mongolfiere alla conquista del Polo Nord, mostri dei ghiacci, viaggi verso la Luna.

Valeria Sturba - polistrumentista, cantante e compositrice - suona violino, theremin, elettronica, looper, effetti, giocattoli. I suoi orizzonti musicali spaziano dalla musica d'autore al rock al tango, dall'improvvisazione all'elettronica, conservando una forte propensione per il minimalismo. Ha preso parte a incisioni discografiche, rimusicazioni di film muti, registrazioni di colonne sonore, reading. Ha partecipato a festival nazionali e internazionali come UmbriaJazz, Electromagnetica Theremin Fest (Cile), B-Classic e Maelstrom Fiestival (Belgio), Dancity, Hai paura del buio?, Aterteater, LugoContemporanea, RoBOt, Flussi, Bergamo Jazz. Ha diversi progetti in attivo, tra cui OoopopoiooO, duo dadaista e surreale con Vincenzo Vasi, in cui sviluppa la ricerca sul theremin e la sperimentazione elettroacustica.Fa parte della "Grande Abarasse Orchestra" di John De Leo e del quartetto "The Assassins" di Francesco Cusa. Ha collaborato con: Tristan Honsinger, Enrico Gabrielli (Calibro35, Orchestrina Di Molto Agevole), Surgical Beat Bros, Fabrizio Puglisi, Mauro Ottolini (Sousaphonix), Cristina Donà, Médéric Collignon, Anna Maria Hefele, Ermanno Cavazzoni, Stefano Benni, Tiziano Popoli, Edoardo Marraffa, Giancarlo Schiaffini, Luke Fischbeck e molti altri.






27 ottobre ore 17.00 Sala Sosat Trento   
Third Stream: Real Time Composing

Cosa accade quando si improvvisa senza un progetto compositivo o quando si compone perdendo la spontaneità dell’improvvisazione? Third Stream: Real Time Composing, workshop su composizione e improvvisazione, propone una terza possibilità, che coniuga le attitudini immaginative e organizzative del compositore con le competenze sintattico-improvvisative dello strumentista: una sorta di “salto nel vuoto organizzato”, efficace antidoto all’horror vacui, concetto di cui si occupa quest’anno CHI HA PAURA DEL NOVECENTO?, rassegna di lezioni-concerto e conferenze alla quale il workshop offre un indispensabile contributo.

Progettato da TrentinoJazz in collaborazione con il SUmMit, Laboratorio di Studi Umanistici sugli scambi culturali in e con la Mitteleuropa del CeASUm (Centro di Alti Studi Umanistici dell’Università di Trento), Third Stream: Real Time Composing si terrà il 25-26 ottobre in Sala musica del Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Trento (via T. Gar, 14) e il 27 ottobre alla Sala SOSAT (via Malpaga, 17).

Il workshop (25-26 ottobre) si avvarrà di cinque interpreti in residenza a Trento (Massimiliano Milesi, Luca Pissavini, Luca Pedeferri, Alessandro Bianchini, Emilio Galante) e  di cinque compositori (Emilio Galante, Massimiliano Milesi, Luca Pedeferri, Marco Uvietta, Luca Vianini) che predisporranno progetti fra composizione e improvvisazione da elaborare e comporre insieme agli strumentisti-improvvisatori e che in una tavola rotonda  (26 ottobre ore 18) dialogheranno con esperti del campo della musicologia, del repertorio jazz e della composizione eurocolta (Giordano Montecchi, Giuseppe Segala, Hubert Stuppner). Le doppie competenze (in qualche caso multiple) di alcuni dei professionisti coinvolti riserverà interessanti sorprese!

Il concerto finale (27 ottobre 2018, Sala SOSAT) consisterà in una no stop (17.00-20.00) dove oltre alle nuove composizioni elaborate durante il workshop,  verranno presentati alcuni progetti che in varia misura coniugano opere di grandi compositori novecenteschi con l’improvvisazione:
17.00- un progetto dedicato a Messiaen con Massimiliano Milesi, Luca Pissavini, Gabriele Boggio Ferraris, Andrea Baronchelli;
18.00- un viaggio tra le musiche di Henry Cowell di Luca Pedeferri con Luca Pedeferri Fausto Tagliabue Lello Colombo, Enrico Fagnoni, Mauro Gnecchi, Marco Menaballi;
19.00 - concerto finale del workshop


15 novembre Loco's bar ore 21.30, Rovereto
FCT TRIO
Gianni Lenoci - piano,  Ferdinando Romano - bass, Francesco Cusa drums, compositions
Il nuovo trio di Francesco Cusa, con Gianni Lenoci e Ferdinando Romano, esplora i territori delle composizioni originali e della poliritmia. Una riproposizione in chiave acustica delle esperienze progettuali del passato dell’artista siciliano con uno sguardo alla musica di tradizione e agli standards rivisitati.
“La mia idea per questo lavoro nasce da una prospettiva opposta rispetto a quella dei normali processi che determinano la prassi musicale. Si parte da materiali improvvisati con lo scopo di costruire strutture poliritmiche, melodie, che soltanto in futuro determineranno (semmai) un processo compositivo che potrà essere fermato sulla carta. Troppo spesso viviamo nell’urgenza di produzioni contingenti, di idee musicali anche nobili che necessiterebbero però di ben altre sedimentazioni, di tempo, di maturazione. Per queste ragioni ho tentato di invertire il processo, ovvero di creare un trio con il quale esercitare un’idea quasi minimalista di composizione istantanea, con cui prestare ascolto alla scintilla creativa dell’istante e sviluppare le cellule sonore frutto delle influenze ambientali, degli umori del momento, delle suggestioni del viaggio, dei cibi assaporati, ecc. Ma sarebbe delittuoso parlare di "musica improvvisata”: la definirei piuttosto una centratura subliminale atta a determinare l’edificarsi di architetture sonore. Un processo “inevitabile” che col tempo determinerà la necessità espressiva del trio, in modo che, nel suo inesorabile farsi, ogni nota, ogni colpo inferto allo strumento, saranno quelle scaturite dall’ineluttabile. Nessuna scelta” (Francesco Cusa).






29 novembre Loco's bar ore 21.30, Rovereto
No more minimal
Emilio Galante flute and tape/ video by Fabio D’Ambrosio
musiche di Zack Browning, Jacob TV, Emilio Galante, Steve Reich

Un programma fatto di musiche nuove per flauto tape e video.
Di Zack Browning, acido postminimalista americano "Network Slammer", di Jacob TV, fantasioso compositore olandese "Lipstick" - Rossetto, ispirato alla musica degli spot pubblicitari, di Steve Reich "Vermont Counterpoint", diventato ormai un classico della letteratura minimalista, di Emilio Galante "Ritmi di Stazione", una rimusicazione di un documetario dei primi anni Trenta sulla Stazione Termini di Roma del regista futurista Corrado D'Errico.
Sulle musiche eseguite live, tre video di Fabio D'Ambrosio, milanese per nascita, fotografo e ideatore di altro, per professione. ha scoperto recentemente il marketing quale itinerario di comunicazione per trasformare il travaglio creativo, ispiratore dell’altro, in un fare economicamente sostenibile. Fonda fahrenheit451 nel 1996 come contesto interdisciplinare, fornendo servizi di consulenza per la comunicazione grafici, fotografici, multimediali.Tale contesto interdisciplinare si arricchisce nel 1999 dell’aspetto editoriale con la costituzione di d’ambrosio editore.
I lavori teatrali, video e cinematografici prodotti da fahrenheit451 e d’ambrosio editore sono progetti in cui i diversi ambiti dell’espressione artistica (letteratura, scultura, pittura, musica e cinema) interagiscono in operazioni pluridisciplinari: nella dialettica dei molteplici codici espressivi l’apporto del fruitore è restituito ad una modalità di partecipazione attiva e sinestesica emancipata dall’abitudine alloppiante al monolinguismo commerciale.
"il lavoro con emilio galante ha come scopo la ricerca di ambiti altri che non siano ‘conformi’.
la stessa precisa scelta di partire sempre da immagini pittoriche per arrivare ad un’animazione digitale eventualmente anche in 3d rivela l’intenzione di non utilizzare gli strumenti tecnologici seguendo processi consolidati che inevitabilmente portano all’accettazione di compromessi percettivi, soprattutto inconsapevoli. è molto meglio trovarsi a risolvere nuove difficoltà piuttosto che partire consapevoli di come e quando usare gli strumenti. almeno in ambito creativo.
che poi la vita queso non lo permetta, questa è un’altr storia." FDA