Ai confini ed oltre
2025

Confini ed Oltre dal 2006, in Trentino, intreccia percorsi che si muovono fra generi musicali diversi, fra scrittura e improvvisazione, fra jazz, rock, musica classica, elettronica con esiti di forte carica innovativa e creativa.

Quest'anno iniziamo con una rassegna dal sottotitolo "Muti Musicati" quattro appuntamenti a Rovereto dedicati a film muti degli anni 20 musicati dal vivo





La rassegna "Ai Confini ed Oltre" si può tenere grazie al contributo della Fondazione Caritro e della Regione TAA

Sala Conferenze della Fondazione Caritro, Piazza Rosmini 5, Rovereto

La Foresta, Piazzale Orsi 15-17 (a fianco la stazione ferroviaria), Rovereto


Sala Filarmonica, via Rosmini 86, Rovereto


Sala Conferenze della Fondazione Caritro, via Calepina 2, Trento


Sala Marangonerie, Castello del Buoncosiglio, via Bernardo Clesio 5, Trento


Aula Magna del Liceo Rosmini, via Malfatti Trento



Necessaria prenotazione con entrata gratuita (nome e telefono) a info@sonataislands.com
Il posto verrà tenuto fino alle 20.30


21 febbraio Sala Conferenze della Fondazione Caritro, Rovereto - ore 20.45

Wilhelm Pabst  - I misteri di un anima  (Geheimnisse einer Seele - Germania 1926)
con Werner Krauss, Ruth Weyher, Powel Pawlow, Jack Trevor, Ilka Grünig.
Durata 70’
Musiche di Emilio Galante
Emilio Galante flauto, Tiziano Popoli tastiera

Ne I misteri di un anima Wilhelm Pabst fu fra i primi registi a cercare una trasposizione cinematografica della psicoanalisi freudiana. Freud rifiutò la consulenza richiesta, che fu invece accettata dai suoi allievi Karl Abraham e Hanns Sachs.
La pellicola narra la vicenda di un professore di chimica che prova una folle gelosia per la moglie e la crede innamorata dell’esotico cugino. Nei suoi incubi notturni rivive l’ossessione e prova un impulso compulsivo ad accoltellarla.
Uno psicoanalista incontrato casualmente lo cura con un serie di sedute che svelano le forze inconsce che dominano la sua anima e ne riconoscono l'origine nell'infanzia.
La straordinaria forza visiva del film sta soprattutto nelle scene del sogno e della sua spiegazione psicoanalitica e nella capacità di usare il cinema come strumento attraverso il quale materializzare in chiave realistica i "misteri" di un'anima.




28 febbraio La Foresta, Rovereto - ore 20.45


Harry Houdini - The Master Mistery
Musiche di Ian Lawrence Mistorigo
Ian Lawrence Mistorigo pianoforte e synth

"The Master Mystery" è una serie cinematografica del 1919 che vede protagonista il celebre illusionista ed escapologo Harry Houdini. Questo pionieristico film a episodi, combina elementi di thriller, avventura e fantascienza, anticipando temi che sarebbero diventati popolari nei serial cinematografici. Houdini interpreta Quentin Locke, un agente segreto che indaga su una pericolosa organizzazione criminale, affrontando intrighi, tradimenti e un'automa malvagio chiamato The Automaton, forse il primo, ma sicuramente uno dei primi robot ed intelligenza artificiale della storia del cinema. La serie è nota per le sue spettacolari sequenze di azione, in cui Houdini sfoggia le sue abilità di fuga e acrobazia. Con una trama ricca di colpi di scena e un'atmosfera avvincente, "The Master Mystery" è un'opera pionieristica che ha lasciato un segno nella storia del cinema e nella carriera di Houdini come attore.







14 marzo Sala Filarmonica, Rovereto - ore 20.45
Menschen am Sonntag (Germania 1930)
regia: Robert Siodmak; sceneggiatura: Billy Wilder.
Musiche di Tiziano Popoli
Emilio Galante flauto, Tiziano Popoli tastiera

Un sabato d'estate a Berlino: il traffico è intenso, le strade piene di gente, la città ferve di attività mentre termina la settimana lavorativa. Wolfgang, rappresentante di vini, conosce l'aspirante attrice Christl alla fermata del tram e la invita a trascorrere la domenica fuori città. Tornato a casa, propone la stessa cosa ai suoi vicini Erwin e Annie, un tassista e un'indossatrice che stanno avendo una lite perché lei vuole andare al cinema. La ragazza mette il broncio, mentre i due uomini, dopo qualche giro di carte e qualche birra, si danno appuntamento per il giorno successivo. La domenica mattina Christl arriva all'appuntamento con Brigitte, un'amica che lavora come commessa in un negozio di dischi; i quattro decidono di trascorrere la giornata nei boschi e sulla spiaggia di Wannsee, nei dintorni di Berlino. Bagno, picnic, fantasticherie al sole, passeggiate e corse tra gli alberi rendono piacevole la giornata di riposo. Le coppie si formano e si modificano, il rappresentante cerca di sedurre prima la bruna Christl, poi la bionda Brigitte, con la quale si apparta tra i cespugli. La sera ognuno fa ritorno a casa propria: Wolfgang ritrova la propria solitudine, Erwin la propria compagna rimasta tutto il giorno a letto. Il lunedì tutti tornano al lavoro. La città riprende la propria attività frenetica.







26 marzo Sala Conferenze della Fondazione Caritro, Rovereto - ore 20.45
Buster Keaton  - Sherlock JR (1924)
con Werner Krauss, Ruth Weyher, Powel Pawlow, Jack Trevor, Ilka Grünig.
Durata 44’
Musiche di Francesco Cusa
Francesco Cusa batteria, Tonino Miano tastiera, Riccardo Grosso basso

Uno dei film più incredibili di Keaton, nel quale il geniale comico dall’espressione impassibile è un proiezionista aspirante detective che sogna di entrare e uscire dallo schermo cinematografico in un susseguirsi di gag surreali e irresistibili.
Sherlock Jr. segna l’inizio di un acceso dibattito, che continua ancora oggi, sul carattere surrealista dei film di Buster Keaton, al quale hanno preso parte registi, filosofi e drammaturghi. Nel 1924, anno di uscita del film, René Clair scrisse che per il “pubblico surrealista” Sherlock Jr. rappresentava un modello paragonabile a ciò che per il teatro aveva rappresentato Sei personaggi in cerca d’autore di Pirandello. L’uso che Keaton faceva del sogno e dei raccordi – di cui andò sempre molto fiero – fu definito rivoluzionario da Antonin Artaud e Robert Aron, che nel suo saggio del 1929 intitolato Films de révolte sottolineò come il surrealismo di Keaton fosse “superiore” a quello di Man Ray e di Luis Buñuel, poiché Keaton era riuscito a conquistare la libertà espressiva rispettando le regole del cinema narrativo. Lo stesso Buñuel, che dagli inizi del 1930 programmò i film di Keaton al Cineclub Español di Madrid, ne ammirava in particolare l’assenza di sentimentalismo, la capacità di trasformare gli oggetti e l’uso del sogno. [...]
Ovviamente nelle interviste Keaton si diceva interessato "solo a far ridere", ma – come osserva Walter Kerr – questo non lo rende un teorico del cinema meno brillante, soprattutto in Sherlock Jr.: “nel suo vertiginoso film-dentro-un-film illustra i principi della continuità e del montaggio in maniera più vivida e precisa di quanto siano mai riusciti a fare i teorici del cinema. Ma l’analisi non sta nella testa di Keaton. Sta nel film, è al film che lavorava, e la teoria prendeva forma dal corpo, dalla macchina da presa, dalle dita, da un paio di forbici”.