TrentinoIn Jazzclub 2017
Il
CIRCOLINO Piazza Venezia TRENTO INFO 0461 238932- su facebook
CIRCOLO OPERAIO SANTAMARIA Via Santa Maria 18 ROVERETO INFO: 388 812
5948 -su facebook
METRO REC Via Monte Misone, 35, 38066 Riva del Garda TN info: 0464 556800
Agriturismo Locanda San Felice, via sant'anna fraz. Valle, S.Felice, Mori info: 320 382 3100 -su facebook
18 marzo ore 21.00, Metrò Rec, Riva
del Garda
Sonata Islands meet classic
Emilio Galante flauto/ Alessandro Bianchini vibrafono/ Stefano
Bianchini contrabbasso/ Thomas Samonati batteria
Sonata Islands è un ensemble nato nel 1998, dall’organico
variabile, a suo agio in contesti colti, jazz e rock. Organizza dal
2001 un festival dedicato alle nuove musiche, a Milano prima e a Trento
dal 2006. Il programma in quartetto propone composizioni di Emilio
Galante ispirate a grandi autori del Novecento storico come Bartok,
Debussy e Stravinsky: reinvenzioni imprevedibili e forse
improbabili per un quartetto jazz, come la Sacre o i Trois Nocturnes.
Al loro fianco musiche di Chick Corea e Astor Piazzolla, reinventate da
Alessandro Bianchini, che a quel Novecento si sono ispirati, in perenne
bilico fra scrittura e improvvisazione. La scelta non è gratuita:
Piazzolla studiò composizione a Parigi con Nadia Boulanger, insegnante
nel Novecento di tanti Americans in Paris, come Gershwin, Copland e
Glass. I timbri combinati di flauto e vibrafono richiamano
naturalmente suggestioni latin jazz: da qui la scelta di mettere in
programma musiche di Chick Corea, con alcuni arrangiamenti originali. I
musicisti del quartetto, grazie alla loro preparazione accademica, sono
abituati a confrontarsi con i linguaggi più disparati.
26 aprile ore 21.30, Il Circolino, Trento
Rosen, Raffaelli, Santaniello Trio
Michael Rosen sax/Stefano Raffaelli piano/Domenico Santaniello contrabbasso
Il
trio capitanato dal grande sassofonista americano Michael Rosen propone
un repertorio che spazia dagli standard a brani di autori
contemporanei, quali Shorter, Lundgren, del pianista Stefano Raffaelli
e dello stesso Michael. Forte è la contaminazione con espressioni
musicali di diverse latitudini, dalla musica popolare europea, al tango
argentino, a rimandi etnici africani e sudamericani. L’interazione tra
i musicisti è costruita su quanto nasce di estemporaneo, interplay e
gioco.
3 maggio ore 21.30, Il Circolino, Trento
New Simplicity Trio
Bruno Heinen piano/ Henrich Jensen double bass/ Antonio Fusco drums
NEW
SEMPLICITY TRIO è un nuovo e ambizioso progetto nato da una lunga ed
intensa collaborazione tra il pianista e compositore Inglese Bruno
Heinen e il batterista italiano Antonio Fusco, con la brillante
partecipazione del contrabbassista Danese Henrik Jensen. Melodia,
contemporaneità e groove sono solo alcuni aspetti che evidenziano la
visione musicale e compositiva dei tre musicisti. New Semplicity Trio
propone una versione del piano trio ricercata e ricca di elementi che
accomunano le diverse culture musicali, confluendo il pensiero musicale
in un unico linguaggio.
10 maggio ore 21.30, Il Circolino, Trento
Marco Detto Trio
Marco Detto pianoforte/Marco Ricci contrabbasso/Tony Arco batteria
Melodia
e cantabilità sono da sempre le componenti essenziali della musica di
Marco Detto. Se vi si aggiunge solarità e freschezza, ecco che la
miscela sonora che lo caratterizza da sempre è presto fatta. Questo suo
ultimo disco, che segue quello in solo, non tradisce la sua arte. Qui
la coltiva in trio con Marco Ricci e Tony Arco, attraverso un pianismo
fluido, essenziale, semplice nell’espressione, ma complicato nella
costruzione (Wandering). L’interplay scorre facile, Ricci liricizza con
l’archetto il nostalgico e intenso Faraway Sea. Tony Arco puntella di
luci le singole composizioni, fedele al suo sodale al contrabbasso
nella spinta ritmica e nelle varianti improvvisate. Ascoltando i
nove brani, di cui otto originali, si ha la sensazione tangibile che
tutto scorre con massima chiarezza e semplicità dove la musica per
scelta ha la meglio sulle singole personalità. Tutti e tre concorrono
alla creazione di quella necessaria atmosfera che garantisca al
pianismo di Detto di mantenere una costante cantabilità che rende il
suo disco di notevole appeal uditivo (Only An Instant). Anche nelle
parti di notevole dinamicità, dove le note si susseguono con velocità
cara agli stilemi del pianismo contemporaneo (Reminescenses). La verve
narrativa rimane intatta anche in ballad come Nostalgia, dove i singoli
interventi sono vissuti con felpato equilibrio che evita qualsiasi
intrusione nell’ovvio e scontato. Poi ripaga gli ascoltatori con il
funky danzante di Another Day. Solo un attimo, è il tempo che ci
vuole per ascoltare sessanta minuti di jazz che coniuga felicità
espressiva, vitalità e un’incontenibile voglia di cantare accecati dal
sole della passione (Alma).
17 maggio ore 21.30, Il Circolino, Trento
Aut to lunch
Piero Bittolo Bon sax, bass clarinet, flute/Alfonso Santimone piano/ Stefano Dalla Porta contrabbasso/ Gioele Pagliaccia batteria
Aut To Lunch è l'unico gruppo in Italia ad eseguire esclusivamente le
composizioni del grande polistrumentista americano Eric Dolphy, ed è
formato da quattro dei migliori improvvisatori in circolazione oggi. Il
loro primo disco è uscito per l'etichetta Berlinese Aut Records e da
allora hanno suonato in paesi come Slovenia, Polonia, Germania ed
Italia, riscuotendo consensi sia da parte del pubblico che della stampa.
Il quartetto infatti è stato nominato da All About Jazz come uno dei gruppi esponenti del nuovo jazz Italiano
24 maggio ore 21.30, Il Circolino, Trento
Sonata Islands "Letter to Evans"
Emilio Galante flauto/ Ignacio Saavedra chitarra/ Stefano Colpi contrabbasso/ Andrea Polato batteria
Bill Evans sarà sempre ricordato per aver espanso, più di tutti, le
possibilità espressive del pianoforte nel jazz ed aver letteralmente
rivoluzionato la formula del piano trio. Raramente però si è
prestata la dovuta attenzione alla sua attività di compositore, forse
perché lui stesso non si considerava un compositore a tempo
pieno. In realtà Evans ci ha lasciato un patrimonio enorme di
bellissime composizioni, alcune con riferimenti molto chiari alla forma
canzone e altre che seguono addirittura procedimenti creativi vicini
alle prassi compositive della musica colta. Ancor oggi, a più di
trent’ anni dalla sua scomparsa la musica di Bill Evans è molto poco
suonata e il quartetto intende, almeno in piccola parte, colmare questa
lacuna, con un organico sorpendentemente privo di pianoforte, che
sposta ancor più l'attenzione sulla qualità delle composizioni.
31 maggio ore 21.30, Il Circolino, Trento
Jazz Movies
Olmo Amico presenta i film di Gianni Amico
"L' uomo amico" regia di Germano Maccioni da un' idea di Olmo Amico 2015
"We Insist-Noi Insistamo! Suite per la libertà subito" 1964
"Appunti per un film sul jazz" 1965
"We
insist" 16' b/n 1964 montaggio di foto riguardanti le lotte di
emancipazione dei popoli afroamericani col tappeto sonoro diel disco
omonimo di Max Roach e Abbey Lincoln/ "Appunti per un film sul jazz"
35' b/n 1965 girato a Bologna durante il festival jazz di quell'
anno.nel filmato si esibiscono Gato Barbieri Don Cherry Steve Lacy Mel
Waldron ecc/ "L' uomo Amico" 38' colore 2014 regia di Germano Maccioni
da un' idea di Olmo Amico con interviste inedite a Bernardo Bertolucci
Tatti Sanguineti Stefano Zenni
Gianni Amico nasce a Loano (Savona) il 27 dicembre 1933. Assiduo
spettatore di cinema fin da ragazzo dal 1960 al 1964 organizza la
rassegna del cinema latinoamericano prima a Santa Margherita Ligure e
poi a Sestri Levante. Nel 1962 si reca per la prima volta in Brasile,
innamorandosi di quella "terra piena di contrasti", dove farà il suo
primo lungometraggio (Tropici )e dove avrebbe voluto poi girare un
musical. Molti suoi film, a partire dal cortometraggio d' esordio del
1964."Noi Insistiamo! suite per la libertà subito(ispirato dalla
composizione di Max Roach "We Insist") recano il segno della sua
passione per il jazz. Con Bernardo Bertolucci scrive le sceneggiature
di Prima della Rivoluzione(1964) e di Partner(1968). Nel 1970 collabora
con Jean Luc Godard(che gli dedicherà il capitolo inerente al cinema
italiano nel suo Histoires du Cinèmà)alla realizzazione di Vent d'
est(vento dell' est) e scrive con Glauber Rocha la sceneggiatura di
"Der leone have sept cabezas"(il leone ha sette teste).Nel 1983 idea e
realizza con Renato Nicolini a Roma"Bahia de Todos os Sambas" la più'
grande manifestazione di Musica Brasiliana realizzata al di fuori del
Brasile. ne uscirà un vhs nel 1996 a cura delle edizioni
elle-multimedia. Nel filmato sono presenti Caetano Veloso Dorival
Caymmi Gal Costa Gilberto Gil Joao Gilberto Nanà Vasconcellos ecc.
Il suo ultimo progetto in fase di pre- produzione fu Django
ispirato alla vita di Django Reinhardt. la sceneggiatura di Gianni
Amico, Jean Louis Comolli Enzo Ungari. muore a Roma il 2 novembre
1990
1 giugno ore 21.30, Il Circolino, Trento
Embryo
Jan Weissenfeldt guitar/ Maasl Maier bass/ Sascha Lüer sax, trumpet/ Jakob Thun drums/ Marja Burchard vibraphone, keys, trumbone
Gli Embryo è un collettivo musicale fondato nel 1969 a Monaco da
Christian Burchard e Edgar Hofman, una delle band più importanti sulla
scena jazz-rock tedesca di quegli anni, detta del Krautrock. Nella loro
storia quarantennale hanno ospitato star come Mal Waldron e Charlie
Mariano. Quando
la definizione di "world music" non esisteva, quando Peter Gabriel si
travestiva per attirare l'attenzione sui Genesis, quando in Italia si
discuteva animatamente (e con poca sintesi) sul rapporto fra musica di
tradizione orale e lievi contaminazioni, Christian Burchard portava il
suo gruppo di rock-jazz sui territori delle mescolanze musicali ed
etniche. Gli Embryo, fin dall'inizio degli anni Settanta, cominciavano
ad esplorare le culture del Mediterraneo, l' Oriente più lontano,
l'Africa; nel nuovo secolo, Marja Burchard, figlia di Christian
Burchard, porta avanti questa idea ed il viaggio nelle culture musicali
del mondo può continuare.
4 giugno ore 19.30, Circolo Operaio Santa Maria, Rovereto
Carlo Maver Trio
Carlo Maver bandoneon, flauto/ Alberto Capelli chitarra/ Roberto Rossi batteria e percussioni
La “Musica del Porto”
L’idea del trio è quella di creare incontri musicali in ipotetici
“porti” della fantasia dove musicisti migranti da ogni continente
condividono esperienze di vita e linguaggi musicali. Un repertorio di
composizioni originali influenzate dal tango, dalla musica
mediterranea, dal jazz e da contaminazioni africane. Il bandoneòn e il
flauto assieme alla chitarra flamenca conferiscono alla formazione una
timbrica alquanto affascinante.
11 giugno ore 19.30, Circolo Operaio Santa Maria, Rovereto
Sonata Islands Quartet
Emilio Galante flauto/ Alessandro Bianchini vibrafono/ Stefano
Bianchini contrabbasso/ Thomas Samonati batteria
vedi presentazione in testa alla pagina
18 giugno ore 19.30, Circolo Operaio Santa Maria, Rovereto
Di Vi KAPPA 3
Kathja West vocals, 'mbira, harmonica, percussion/ Valerio Scrignoli acoustic guitar/ Danilo Gallo acoustic guitar
DIVI no.
Tra
psichedelia, jazz, improvvisAZIONE, avanguardia e, qualche volta,
retroguardia, gli effetti collaterali della sostanza DiViKAPPA3 si
manifestano tanto intimi e riservati, quanto sfrontati e diretti.
Kathya, Valerio e Danilo vanno a scavare nei propri bagagli di crescita
musicale, nella propria anima recondita, quella sofferta, e il
confronto e' subito incontro: Lou Reed, The Doors, Rolling Stones,
David Bowie, Beatles, artisti giganti della storia della Musica il cui
seme nasce da un denominatore comune: il blues, non come genere
musicale, ma come stato d'animo e viatico essenziale e fondamentale per
esprimere la propria anima, bianca in poesia e nera nel cuore. Per
l'occasione il trio presenta “Oxymoron”, secondo disco, tutto in
dimensione acustica, in uscita per l'etichetta DVK Records. Grazie agli
effetti causati dall'assunzione di sostanza DiViKAPPA3 i Beatles e i
Rolling Stones, attraverso il canto di una voce cullata dai suoni di
due chitarre acustiche, partono per un viaggio improvviso, non c'e'
tempo per fare i bagagli, non c'e' tempo. Un viaggio visionario,
improvvisato, un viaggio fatto di soste malinconiche, di sguardi e di
racconti che sfociano in un abbraccio segreto, quell'abbraccio che non
sara' mai riportato alla realta'.
25 giugno ore 19.30, Circolo Operaio Santa Maria, Rovereto
Blue Naif
Fabio Rossato fisarmonica/Mattia Martorano violino/Andrea Boschetti chitarra/Alessandro Turchet contrabbasso
Blue Naïf rinnova una tradizione tipicamente europea inaugurata dal
formidabile Jazz parigino degli anni Trenta: lo swing pulsante di
chitarra ritmica e contrabbasso, la sovrapposizione dell'idioma
afroamericano con il folklore popolare e il valse musette, il
virtuosismo e l'enfasi descrittiva di violino e fisarmonica sono gli
elementi che meglio descrivono questo progetto, ispirato alle più
moderne esperienze artistiche del percorso tracciato da Django
Reihardt. Creazione e stile si rincorrono senza soluzione di
continuità tra Hot Jazz, Swing, tempi latini, Musette e Funk, in un
repertorio di composizioni originali e arrangiamenti di brani
tradizionali che idealmente ricongiungono Francia e Italia.
2 luglio ore 19.30, Circolo Operaio Santa Maria, Rovereto
D.O.V.E.
GIOVANNI PERIN Vibrafono/ GIULIO CAMPAGNOLO Organo Hammond/ ANDREA DAVI’ Batteria
L’intento
di D.O.V.E. (Drums, Organ ,Vibes Ensemble) è quello di avvicinare il
pubblico alla cultura afroamericana degli anni ‘50 e ‘60, prolifico
periodo storico che ha lasciato il segno sugli stili musicali a venire.
Grazie anche al ricercato connubio dei due singolari strumenti,
vibrafono ed organo hammond, sino ad oggi non ancora utilizzati
simultaneamente nel panorama della black music americana, il trio
spazierà dalle sonorità enorgiche e funky di Horace Silver all’hard bop
più raffinato di Duke Jordan e Jimmy Heath, ridipingendo in chiave
moderna ed innovativa alcuni tra i più bei capolavori del songbook
americano assieme a qualche composizione originale dell’ensemble.
29 luglio ore 21.00, Agriturismo Locanda San Felice, Val di Gresta Mori
Sonata Islands meet classic
Emilio Galante flauto/ Alessandro Bianchini vibrafono/ Stefano
Bianchini contrabbasso/ Thomas Samonati batteria
Sonata Islands è un ensemble nato nel 1998, dall’organico
variabile, a suo agio in contesti colti, jazz e rock. Organizza dal
2001 un festival dedicato alle nuove musiche, a Milano prima e a Trento
dal 2006. Il programma in quartetto propone composizioni di Emilio
Galante ispirate a grandi autori del Novecento storico come Bartok,
Debussy e Stravinsky: reinvenzioni imprevedibili e forse
improbabili per un quartetto jazz, come la Sacre o i Trois Nocturnes.
Al loro fianco musiche di Chick Corea e Astor Piazzolla, reinventate da
Alessandro Bianchini, che a quel Novecento si sono ispirati, in perenne
bilico fra scrittura e improvvisazione. La scelta non è gratuita:
Piazzolla studiò composizione a Parigi con Nadia Boulanger, insegnante
nel Novecento di tanti Americans in Paris, come Gershwin, Copland e
Glass. I timbri combinati di flauto e vibrafono richiamano
naturalmente suggestioni latin jazz: da qui la scelta di mettere in
programma musiche di Chick Corea, con alcuni arrangiamenti originali. I
musicisti del quartetto, grazie alla loro preparazione accademica, sono
abituati a confrontarsi con i linguaggi più disparati.
10 settembre ore 21.00, Agriturismo Locanda San Felice, Val di Gresta Mori
Michael Rosen Quartet
Michael Rosen sax/ Emilio Galante flauto/ Stefano Raffaelli piano/Domenico Santaniello contrabbasso
Il quartetto capitanato dal grande sassofonista americano Michael Rosen propone
un repertorio che spazia dagli standard a brani del pianista Stefano Raffaelli. Forte è la contaminazione con espressioni
musicali di diverse latitudini, dalla musica popolare europea, al tango
argentino, a rimandi etnici africani e sudamericani. L’interazione tra
i musicisti è costruita su quanto nasce di estemporaneo, interplay e
gioco.
27 settembre ore 21.30, Il Circolino, Trento
Trio Ammentos con Diana Torto
Diana Torto voce/ Peo Alfonsi chitarra/Fausto Beccalossi fisarmonica/ Salvatore Maiore contrabbasso
Questo progetto-incontro vede il
trio Ammentos, gruppo attivo da 15 anni, dialogare con la cantante
abruzzese, una delle voci più interessanti del panorama europeo. Il
repertorio di musiche comprende alcune canzoni scritte da Salvatore
Maiore, nate dalla rielaborazione di alcuni testi tratti dall’Antologia
di Spoon River di Edgar Lee Master, oltre ad alcuni brani tratti dal
repertorio strumentale del trio adattati per voce.
Un viaggio musicale che rappresenta le diverse sfumature dell’animo
umano attraverso la testimonianza dei personaggi di Spoon River
interpretati dalla stupenda vocalità di Diana Torto e accompagnati
dalle musiche del trio che conferma la propria vocazione per una
scrittura melodica e un’interpretazione musicale sempre ricca di pathos.
4 ottobre ore 21.30, Il Circolino, Trento
De Paola Bianchini Duo
Valerio De Paola chitarra/ Alessandro Bianchini vibrafono
Il duo composto da Valerio De
Paola alla chitarra e Alessandro Bianchini al vibrafono, propone un
concerto all’insegna della reinterpretazione del cantautorato italiano
in chiave jazzistica. I brani completamente riarrangiati dai due
musicisti, sono frutto di un lungo lavoro di studio e di confronto che
ha portato alla realizzazione del loro primo disco. Il duo propone un
programma molto diversificato che alterna momenti concitati e
virtuosismi a brani in cui la ricerca improvvisativa e l’interplay si
fondono e si completano. Si passa da rivisitazioni di celebri canzoni
italiane fino ad arrangiamenti di brani di Frank Zappa.
11 ottobre ore 21.30, Il Circolino, Trento
Oscar Del Barba "OX trio"
Oscar Del Barba pianoforte, composizione / Giacomo Papetti contrabbasso/ Andrea Ruggeri batteria e percussioni
OX trio propone un repertorio
originale, nato dalla sinergia tra musica contemporanea e modern jazz,
tra scrittura contrappuntistica e grande ricerca ritmica. Il dialogo
tra composizione e improvvisazione è strettissimo e sottile al
contempo, e dà forma ad un sound ora etereo e spazioso (dove
l'elemento armonico prevale), ora denso ed energico (in cui il ritmo è
in primo piano), fortemente stratificato e in cui i ruoli dei musicisti
si alternano in modo anche inconsueto per una formazione - il piano
trio- tanto importante per la tradizione della musica afroamericana. Il
pianista, arrangiatore e compositore Oscar Del Barba ha collaborato con
alcuni tra i più notevoli musicisti italiani e internazionali. E'
docente di pianoforte jazz presso il Conservatorio G. Verdi di Milano.
Al suo fianco due musicisti di particolare sensibilità quali il
bassista bresciano Giacomo Papetti e il batterista sardo Andrea Ruggeri.
18 ottobre ore 21.30, Il Circolino, Trento
Double Cut
Tino Tracanna sax soprano, tenore e baritono/ Massimiliano
Milesi sax tenore e soprano/ Giulio Corini: contrabbasso/ Filippo Sala
percussioni
Double Cut è un insolito
quartetto formato da due sassofoni, un contrabbasso e una batteria più
una serie di strumenti inusuali.
La formazione spazia da rielaborazioni di classici del Jazz ad
evocazioni popolari ed a brani originali che fanno da sfondo ad
improvvisazioni libere da appartenenze di genere.
Il gruppo nasce dall’incontro tra Tino Tracanna e Massimiliano Milesi
all’interno del Dipartimento jazz del Conservatorio di Milano.
Accomunati dalla passione per la storia del sassofono si incontrano per
confrontarsi su strumenti e materiali d’epoca. Da qui, ed in
concomitanza con l’anniversario della nascita di Adolphe Sax, nasce
l’idea di un insolito duo di sassofoni, tuttora attivo, che mira ad
esplorare le potenzialità espressive dello strumento. In seguito la
sperimentazione si sviluppa in un quartetto pianoless con l’aggiunta di
Giulio Corini al contrabbasso e Filippo Sala alla batteria, anche
quest’ultimo incontrato all’interno del Dipartimento Jazz del
Conservatorio di Milano. All’interno di questo organico che prevede
l’insolita front line di due sax viene ulteriormente sviluppato il
materiale del duo con l’aggiunta di nuove composizioni. Il confronto
generazionale tra Milesi e Tracanna fa da catalizzatore alle differenti
visioni, idee ed esperienze musicali dei componenti del gruppo dando
luogo ad un progetto che incontra elementi appartenenti a mondi
musicali diversi. Il “Double Cut” è proprio il luogo musicale che
viene generato da esperienze diverse che incrociandosi e confrontandosi
danno luogo ad uno nuovo spazio come quello definito da due segni
tracciati su un piano.
25 ottobre ore 21.30, Il Circolino, Trento
Connected
Stefano Giordani chitarra/ Juan Manuel Moretti basso/ Matteo Giordani batteria e percussioni
“Ritengo che la musica del “Trio
Connected” sia una delle proposte più nuove ed affascinanti del
panorama musicale odierno e non solo in Italia. Musica ricca di groove
e di fascino, che rispecchia in pieno la ricerca di nuove frontiere in
quel melting pot stilistico che è la musica contemporanea.” Queste le
parole utilizzate da Roberto Cipelli (direttore artistico Nuoro jazz
festival), che lo scorso agosto ha invitato il trio ad esibirsi nel
noto Nuoro jazz festival. Festival che in quest'edizione ha ospitato
nomi internazionali come Joe Lovano e Paolo Fresu. Connected è stato
definito dalla stampa come un gruppo dal sound d'oltreoceano ed e'
infatti la scena newyorkese (Jason Lindner, Mark Giuliana, Avisahi
Cohen) ad ispirare il trio. In uscita digitale il loro nuovo disco
Stefano Giordani - connected, disco molto apprezzato dalla critica del
settore. Quella di Connected è una musica che spinge molto all'incastro
ritmico lasciando anche spazio però alle melodie dal sapore
mediterraneo tipiche della chitarra acustica
19 novembre ore 19.30, Circolo Operaio Santa Maria, Rovereto
Choro de Rua
Barbara Piperno flauto/ Marco Ruviaro chitarra e mandolino
Il progetto nasce, nel 2012, dal
desiderio di diffondere con entusiasmo e determinazione lo Choro (si
pronuncia “scióro”), per offrire a chiunque, in Italia e in Europa, la
possibilità di apprezzare questa raffinata musica strumentale
brasiliana, che fa bene a chi la suona e a chi la ascolta.
Da allora, il duo Choro de Rua, formato dalla flautista italiana
Barbara Piperno e dal chitarrista e mandolinista brasiliano Marco
Ruviaro, svolge un’intensa attività sia concertistica che di ricerca e
divulgazione. Parallelamente alle esibizioni dal vivo (festival, house
concerts, piccoli teatri e piccole incatevoli piazze di alcune città
d’arte), Choro de Rua s’impegna quotidianamente ad informare chi si
avvicina al mondo dello Choro, promuove incontri aperti a tutti (detti
“rodas de choro”), organizza masterclass, distribuisce partiture ai
musicisti interessati, risponde alle domande dei curiosi, ecc. Si
tratta di un lavoro intenso, forse pioneristico in Italia, che si somma
all'importante impegno di altri musicisti di choro (chorões) in Europa
e nel mondo.
26 novembre ore 19.30, Circolo Operaio Santa Maria, Rovereto
Three Branches
Achille Succi clarinetto basso/ Francesco Saiu chitarra elettrica/ Giacomo Papetti contrabbasso
Three Branches è un no-leader
trio dall'organico inusuale, formato da tre affermati musicisti del
nuovo jazz italiano. “Three branches” (tre rami) è un piccolo gioco di
parole che richiama i rami d'albero (tree branches) e al contempo suona
come “free branches”, ovvero rami liberi di muoversi, rami sciolti.
Anche la musica di questa formazione è una sorta di jeux-de-mots, tra
contenuti e forme diverse, fondato su un repertorio di brani originali
di tutti i componenti. Tre personalità molto diverse tra loro ma legate
da radici comuni, qui in un continuo dialogo contrappuntistico,
disegnano situazioni sonore imprevedibili e variegate. Come
ramificazioni di un albero in lenta ma continua trasformazione,
reminiscenze folk, improvvisazioni free jazz e insolite sonorità
cameristiche si susseguono nel creare una musica che gioca con
leggerezza colori diversi, dal pathos impressionista, all’ironia
onirica, sino a divertenti ritmi tropicali.
3 dicembre ore 19.30, Circolo Operaio Santa Maria, Rovereto
Stopping Trio
Andrea Burani batteria/ Giacomo Marzi contrabbasso/ Giulio Stermieri piano Rhodes
"Il filo rosso c’è e non bisogna
nemmeno sforzarsi troppo per notarlo. Una traccia evidente, un marchio,
un debito amorevolmente dichiarato nei confronti di Paul Bley. Nume
tutelare e spirito guida evocato per un omaggio diretto che sa di
inchino profondo. All'uomo, al genio, alla musica, all'impronta
lasciata sul Novecento (e oltre). Secolo breve (ma nemmeno poi tanto,
jazzisticamente parlando) che il pianista canadese ha attraversato con
grazia infinita, reinventando i concetti di spazio e di silenzio
applicati all'arte dell’improvvisazione, trasformando la distanza tra
il primo e l’ultimo tasto in un universo sconfinato di possibilità.
Oltre le etichette, al di là degli ambiti: fuori, attorno e dentro il
jazz. Un gigante. Al quale non è semplice accostarsi. Il rischio, nel
caso in cui si ecceda in presunzione o non si riesca ad andare oltre
l'angosciata deferenza, è di evaporare al contatto (e all'ascolto), di
rimanere schiacciati sotto il peso dell'inadeguatezza e delle
frustrazioni. Medaglietta luccicante da appuntarsi sul petto e doppia
dose di applausi dunque per Giulio Stermieri. Che all'esordio con il
suo Stopping Trio, in compagnia di Giacomo Marzi al contrabbasso e
Andrea Burani alla batteria, riesce nella piccola grande impresa di
trovare una propria credibile dimensione all'interno di un repertorio
potenzialmente paralizzante. Una verità, una visione. Senza strafare.
Con leggerezza, precisione e incoscienza quanto basta. In un gioco di
agganci e rimandi che svela e nasconde, che dice e non dice. Sulle
tracce del venerato maestro e della musa Carla Bley, dal passo
dinoccolato di “King Korn“ alla straziante “Ida Lupino“, ma finendo
inevitabilmente per incrociare i passi di Thelonious Monk, Paul Motian,
Ornette Coleman e Cole Porter. Tanto per non farsi mancare niente in
fatto di giganti; e tanto per ribadire che il jazz è questione di
legami, di dialettica, di tradizione e tradimento. Il filo rosso c’è,
adesso sta a voi seguirlo." (Luca Canini, note di copertina)
10 dicembre ore 19.30, Circolo Operaio Santa Maria, Rovereto
Frida Quartet
Michael Rosen sax/ Emilio Galante flauto/ Stefano Raffaelli piano/Domenico Santaniello contrabbasso
Il quartetto, nato da pochi mesi, propone
un repertorio di composizioni originali scritte da Michael
Rosen, sassofonista statunintense ormai seminaturalizzato italiano, che
ha trovato a Rovereto una sorta di seconda casa, e da
Stefano Raffaelli, con una forte contaminazione di espressioni
musicali diverse, dalla musica popolare europea, al tango
argentino, a rimandi etnici africani e sudamericani. La caratteristica
del quartetto di essere privo di strumenti percussivi fa si che si
pongano naturalmente in risalto le linee melodiche dei due fiati.
L’interazione tra
i musicisti è costruita su quanto nasce di estemporaneo, interplay e
gioco.