Performing Loco's
Respiri d'ottobre dal sottosuolo
Loco's
bar Via Valbusa Grande, 7, 38068 Rovereto TN INFO 349 729 6496
5 ottobre 2017 ore 21.30
A spasso con Frank
Melologo underground intorno
al grande Frank Zappa da Baltimora
Testo di Giordano Montecchi
Trascrizioni di Marco Dalpane
Emilio Galante flauto/ Marco Dalpane pianoforte/ Giordano
Montecchi voce recitante
Se parlare di musica è come ballare di architettura,
parlare di Frank Zappa è anche peggio.
Raccontarlo è impossibile e probabilmente sarebbe meglio tenere la
bocca chiusa. «Sta zitto e suona!»: ce l’ha detto lui nel titolo di un
suo famoso album. Eppure non si può farne a farne a meno, anche se una sfida del genere,
da qualunque angolatura la si guardi, fa sentire inadeguati. Che cosa ha spinto, dunque, due musicisti e mezzo, a tuffarsi in
questa impresa? Innanzitutto l’amore per la musica di Zappa, che per alcuni di loro è
la passione di una vita. Una passione con dentro tutta la
consapevolezza che “suonare Zappa” significa sottoporsi a una
disciplina ferrea, affrontare un lessico musicale di altissima fattura
e straordinariamente severo dal punto interpretativo. Una musica la cui
originalità e “trasversalità” non ha uguali nel panorama musicale degli
ultimi cinquant’anni. Una lezione autentica, quella di Zappa, e che ha
bisogno di tempi lunghi per essere compresa a fondo.
Ma subito dopo viene anche il bisogno irresistibile, quasi un dovere,
di sfatare e ridisegnare l’immagine di questo compositore, chitarrista
e bandleader, depositatasi nell’immaginario mediatico. Immagine per
tanti aspetti deformata, incrostata di luoghi comuni da aggredire a
colpi di scalpello, tanto sono cristallizzati.
L’idea nasce dall’uscita di Frank Zappa. Rock come prassi compositiva
(Arcana), un libro di Giordano Montecchi che di Frank Zappa è studioso
di ormai lunghissimo corso. Ne è scaturito un racconto musicale che mescola musica e parole:
riflessioni su Zappa, ma soprattutto parole di Zappa stesso, raccolte
fra le migliaia di pagine che ci ha lasciato fra libri, interviste e
quella sua particolarissima produzione in veste di oratore da
palcoscenico, capace di trasformare un concerto in un vero e proprio
spettacolo teatrale. Tecnicamente la forma che ne è risultata è quella del melologo, cioè
brani musicali intercalati a una voce recitante, sempre sorretta dalla
musica, proprio come piaceva fare a Zappa, quando dal palco, parlava al
suo pubblico, e lo spiazzava, svelandogli, per così dire, l’altra
faccia di tutte le cose.
Ma Zappa non c’è più. Qui c’è solo un trio alle prese con l’impossibile.
12 ottobre 2017 ore 21.30
Canto dei Sass’ & Luciano
Bonetti
Davide Casali
Eschmann Voce, Flauti/ Mathis Mayr Violoncello, Voce/ Dine Doneff aka
Kostas Theodorou, Contrabasso, Percussioni
Immaginate l'incontro tra tre incredibili musicisti
dalle molteplici contaminazioni e un artista visivo che della
contaminazione fra tematiche e materiali ha fatto uno stile personale e
inconfondibile. Immaginate ora di trovarli nello stesso luogo dare
forma a un suggestivo canto popolare tradotto attraverso suoni e
immagini, memorie musicali e “Memorie di Presenze”. E' proprio
così che il passato della tradizione orale tramandata per decenni e
sempre in evoluzione così magistralmente riportata alla luce dal Canto
dei Sass' incontra il tema della contemporaneità che affida
all'immagine e idealmente alle pagine di giornale la propria illusoria
sopravvivenza raccontato da Luciano Bonetti nelle sue opere.
Amplificando così l'ironia e assieme la profondità dei canti popolari
del bacino mediterraneo, Luciano fa risuonare attraverso le proprie
tele le storie raccolte dal trio e muovendosi in modo sempre nuovo e
inaspettato i quattro danno forma assieme a un'installazione che si
stacca dalle pareti per danzare con la musica sospendendo l'ascoltatore
in un perfetto equilibrio tra passato e presente. Un evento unico
dove arte e musica si uniscono per dare forma a un fiume di emozioni.
Una performance-concerto-installazione evocativa che si traduce in un
viaggio interdisciplinare tra storie raccontate in musica e attraverso
gli occhi. Un evento ideato e prodotto dal laboratorio creativo
the house of love con la direzione artistica di Lory Muratti.
I fiumi alpini possono far cantare i sassi nel loro alveo con la forza
dell'acqua... La nostra idea: seguire il corso dei fiumi del
versante meridionale delle Alpi, fino a quando si perdono nel
Mediterraneo così come si dispiega nei canti popolari. Come
consuetudine nella tradizione orale dei canti popolari non esiste una
trascrizione scritta e ogni volta essi vengono interpretati durante
l'esecuzione, rinnovandosi continuamente, animati da uno spirito
musicale che si dilata. Amiamo il tono irriverente del canto
popolare che ha radici antichissime e abbraccia molteplici lingue e
culture del bacino mediterraneo: derisione, gioia maligna, nostalgia,
amore, lutto, rabbia, camuffati dall'ironia o sostenuti da una sana
aggressività. La musica si snoda sempre in maniera coinvolgente e
originale attingendo alle nostre diverse formazioni musicali.
19 ottobre 2017 ore 21.30
Alberto Turra Filmworks
Alberto Turra
chitarra
Alberto N. A. Turra, chitarrista e compositore
milanese già con Roy Paci-Corleone, Pierpaolo Capovilla, Shanir Erza
Blumenkranz, Brian Marsella, Giovanni Venosta, Mamud Band, Turbogolfer,
Kabikoff, pubblica con l'etichetta torinese Felmay "Filmworks", un
compendio di tutti i lavori cinematografici più significativi a cui ha
partecipato in qualità di compositore negli ultimi 15 anni.
"Filmworks"
Solo Tour è il live in cui propone, come di consueto, parte del
repertorio presente nel disco unito a momenti irragionevolmente
eterogenei. Si ascolteranno quindi brani originali colti di soppiatto dal proprio
spaventato repertorio così come grandi classici tra Sinatra e l'uva
passa, Steve Coleman e i balcani, noise-core, avant-jazz, post-pop.
26 ottobre 2017 ore 21.30
Sound Film Shot
A GLIMPSE ON SURREALISM
Marco Papa
chitarra/ Tobia Bondesan sax tenore e soprano
I due improvvisatori decidono di creare una rivista di
sonorizzazioni che pone lo sguardo su pellicole sperimentali e di
ricerca, proponendo nella sua programmazione cortometraggi, film
incompiuti, animazioni in stop-motion e tutto ciò che rientra nel campo
di una ricerca cinematografica tecnico/concettuale. Avvalendosi
di una memoria storica dell’arte della sonorizzazione viene deciso,
oltre allo sviluppo della ricerca del materiale video, di a iancare una
ricerca nel campo dell’audio decontestualizzando gli strumenti musicali
in uso e, con l’utilizzo della preparazione in campo acustico o
elettronico, ampliando le loro comuni capacità rendendoli generatori
timbrici e produttori di texture. Le ultime due stagioni di Sound Film
Shot si sono svolte a Berlino presso il Regenbogen Kino ed Oblomov.
Una raccolta di pellicole che propone le idee sovversive dei principali
movimenti artistici dell’inizio del ventesimo secolo. Considerate
manifesti del cinema d’arte, presentano immagini libere e svincolate
dalla narrazione. Le immagini diventano autentiche protagoniste,
allontanandosi dalla funzione descrittiva fino a raggiungere lo status
di pure texture.
Ballet mécanique - Fernand Léger (1924) - 19.00
Le Retour à la Raison- Man Ray (1923) - 2.50
Entr’acte - René Clair (1924) - 20.00
Anémic Cinéma- Marcel Duchamp, Man Ray (1926) - 6.41
Emak-Bakia - Man Ray (1926) - 16.00
2 novembre 2017 ore 21.30
Talking Voices
Flora Sarrubbo, voce/ Emilio Galante
flauto, elettronica/ Tiziano Popoli tastiere, elettronica
Uno
sguardo al futurismo italiano alla vigilia della I guerra mondiale,
attraverso le parole e le voci di alcuni dei protagonisti di quel
movimento. In TALKING VOICES i brani musicali germinano, ricavano
proporzione, armonia e metro dalle caratteristiche melodiche e dalla
scansione ritmica del testo recitato. Musiche che traggono origine
dalla parola parlata, trascritta in musica: la talking voice diventa
materiale musicale lavorato, modificato, esaltato, fonte ispiratrice di
tutte la partiture che altrimenti sono eseguite dal vivo. Nel caso
nostro, nei brani War e Marinetti Song Book (quest’ultimo presentato
per la prima volta nel 2016 al MART e, in questa occasione,
interpretato vocalmente da Flora Sarrubbo), la musica è nata sulla
cadenza della voce recitante di Filippo Tommaso Marinetti, che
interpreta se stesso. La recitazione rimanda al testo nella dimensione
della scrittura, in un cortocircuito tra segno, significante,
significato. La serata si completa con la proiezione sonorizzata dei
due corti “futuristi" di Corrado D’Errico Stramilano e Ritmi di Stazione e con due readings futuristi.
A proposito di D’Errico. Una premiata ditta di varietà (Za Bum di Mario
Mattoli e Luciano Ramo) che ha prodotto una canzone di successo
(Stramilano) ispira o fa da garante produttivo per un'opera del tutto
anomala nel panorama italiano ma che, se si vuole, conferma il legame
tra lo spettacolo popolare e il futurismo. Corrado D'Errico (1902-1941)
giornalista, collaboratore di Mario Camerini e poi regista di finzione,
iniziando a lavorare per il Luce, firma un documentario
impressionistico, non narrativo, che si allinea con gli affreschi di
città sperimentali degli anni '20. Descrivendo, dall'alba a tramonto,
una Milano vitale e industriosa e soffermandosi appena un po' troppo
(pubblicità occulta?) sulle industrie tessili e sul relativo indotto
allora agli esordi: il mercato della moda. L'opera rimane molto attenta
(con sovrimpressioni e contemporaneità d'immagini sullo schermo)
nell'identificazione anche minimale di situazioni e gesti, applicando
una dinamica di sapore futurista che, focalizzando il lavoro, mai
dimentica l'elemento umano. Uno stile ed un approccio che D'Errico
replicherà in un successivo (1933) Ritmi di stazione, Impressioni di
vita n.1 sulla stazione Termini di Roma.