Valli Del Noce TrentinoInJazz 2016
Jazz e Frontiera
… come un fiume in piena …
Forse il Jazz è la musica che più di
ogni altra racchiude in sé i principi dell'esplorazione di territori
sconosciuti, non solo perché l'improvvisazione (coerente metafora del
viaggio verso l'ignoto) è presente in molte delle sue espressioni
stilistiche, talvolta parte integrante, ma anche perché sin dalla sua
genesi si è configurata come forma musicale nata dall'incontro di
culture. Le barriere nazionali sono abbattute e gli stili culturali
endemici contribuiscono a creare inediti panorami sonori a partire
dall'inizio del secolo scorso. Nel corso della storia, il Jazz ha
intrapreso percorsi evolutivi anch'essi imprevedibili. Non sempre cioè
in modo lineare e ordinato. La creatività, soprattutto in determinati
periodi storici, si è diffusa come un'incontrollabile inondazione,
occupando nuovi spazi e a volte (s)travolgendo il passato. In altri
momenti, per contrasto, questa musica sembrava aver perso la forza
propulsiva e dove gli alvei precedentemente ospitavo una dimostrazione
di forza inarrestabile, ora vi erano invece placide distese lacustri,
se non acquitrini maleodoranti.
Ma poi, all'improvviso, il fiume si gonfia di nuovo e un nuovo
cambiamento è in atto. Oggi, malgrado quello che alcuni «passatisti»
innamorati più della forma che della sostanza vorrebbero farci credere,
il movimento è in atto, più attivo e stimolante che mai. Nel sottosuolo
si nascondo falde acquifere rigogliose, pronte a defluire da nuove
sorgenti, ma il processo di cementificazione culturale è in atto senza
pietà. Il sistema attuale, più che in passato, cerca di non far
emergere ciò che potrebbe mettere in evidenza una realtà estremamente
vitale e, ripeto, stimolante.
Si tracciano confini politici e orografici, stilistici e di genere, ma
la musica viva non risponde a quelle regole. Come il fiume, dal più
piccolo rivolo di montagna alle grandi vie fluviali della pianura,
travalica i confini che gli vengono imposti e, alla peggio,
semplicemente li supera con assoluta noncuranza. La frontiera assume quindi un significato assai diverso dal termine «confine».
Mi verrebbe da dire che i due lessemi sono in qualche modo paragonabili
al concetto di «rovine» e «macerie», i cui due significati non
potrebbero (o meglio non dovrebbero) essere intercambiabili. Per le
rovine proviamo (comunque) un senso di ammirazione, per le macerie la
frustrazione prevale. E indubbiamente il confine è per certi versi un
termine, non solo nell'accezione di tracciatura geografica; esso è
infatti anche spesso cornice invalicabile delle proprie capacità,
curiosità, impermeabile all'influsso esterno, quindi contraddizione
assoluta dell'essenza del Jazz.
La frontiera, nell'accezione americana (ove il Jazz si è, almeno
inizialmente, sviluppato) è sinonimo di territorio inesplorato ove
trovare nuovi stimoli attraverso l'incontro con nuove culture, nuovi
spazi, ove l'unione con nuovi affluenti rende il fiume principale
sempre più grande, potente e inarrestabile.
Questo dovrebbe essere il Jazz oggi,
non la musica priva di vita, bacheca autoreferenziale di stilemi triti
e ritriti dai contorni muffiti, che spesso viene spacciata come il
verbo nella maggior parte delle rassegne nazionali e internazionali.
Questo cerca di raccontare il Nostro Festival dopo 13 anni di attività,
ancora una volta puntando esclusivamente sugli artisti italiani, a
testimonianza di quanto la nostra scena sia appunto particolarmente
attiva. Essere musicista e
contemporaneamente direttore artistico di un Festival non è impresa
facile, a volte anzi è piuttosto frustrante... Si vive la situazione
con pienezza, su due fronti che talvolta sembrano contrapposti anziché
necessari per la sopravvivenza reciproca. Ma è anche un'esperienza
straordinaria e di questo ringrazio tutti gli artisti e tutti voi del
pubblico, che in questi anni ci avete sostenuto e che ci aspettate come
ogni anno a luglio nelle Valli del Noce, in Trentino.
Enrico Merlin
14 luglio ore 21.00, Mezzolombardo
Antonio Figura Trio
Antonio Figura pianoforte, composizioni/ William Lenihan Basso Elettrico, Chitarra Classica/ Michele Salgarello batteria
Fra le maggiori figure emergenti del
jazz italiano, pianista virtuoso, eclettico, lirico e versatile, musica
di Antonio Figura concilia con grande sensibilità il jazz di matrice
europea e la tradizione afro-americana. Una personalità ben precisa e
un pianismo con caratteristiche assai definite, nel cui mondo estetico
si riscontrano ascendenze che vanno da Paul Bley, forse il suo
riferimento più evidente, a Bill Evans e ancora più indietro, fino a
Teddy Wilson. Un trio ad orologeria che si muove senza sbavature su di
un menabò fatto di ricerca, con armonie elastiche pronte a dilatarsi e
rinsaldarsi attorno al drumming fremente e preciso di Michele
Salgarello e alla finezza ritmica di William Lenihan.
15 luglio ore 21.00, Pavillo, Sala della Torre Romana
Filippo Cosentino
Filippo Cosentino chitarra acustica, chitarra acustica baritono
Energia, capacità inventiva, senso
poetico, coraggio nei contrasti, gusto negli accostamenti e voglia
di “saltar fuori”: Filippo Cosentino ha intrapreso una strada
tutta sua, creando una musica allo stesso tempo accessibile ed
esotica, che incorpora elementi di alcuni periodi storici del jazz,
influenze che vanno dal rock alla musica del Medio Oriente, al
progressive. Il risultato è un sound molto personale, nel quale si
inserisce Filippo con la sua chitarra in modi sorprendenti e
innovativi. Ricerca del suono, sfumature di colore, spezie aromatiche
entrano nella musica di Filippo con quella stessa gioia che prova il
pubblico di fronte ad un compositore curioso, dalle idee elastiche
16 luglio ore 21.00, Sanzeno - Santuario di S. Romedio
Oreb
Dimitri Grechi Espinoza sassofono
OREB è un altro nome per
indicare il monte Sinai, dove Mosè si incontrò “faccia a faccia” con
Dio, in un dialogo che si farà materia incandescente per tutta
l’umanità nelle Dieci Parole dell’Insegnamento. Ma Oreb è anche il
monte sul quale il profeta Elia, stanco e disgustato per aver
troppo ucciso, incontra la voce silenziosa di Dio. Il Signore non era
nel vento, non era nel terremoto, non era nel fuoco; ma in una “voce di
silenzio sospeso”, appena percepibile all’udito. È questa qualità del
silenzio che esprime il Sax solo di Dimitri Grechi Espinoza: uno spazio
silenzioso che occorre creare dentro di sé prima di parlare con
l’Altro, prima di parlare con gli altri. OREB dimora al confine
tra il rito e il concerto. Dimitri Grechi Espinoza per questo progetto
unico nel suo genere, ha fatto incontrare due grandi passioni: lo
studio della scienza sacra nelle culture tradizionali e la ricerca sul
suono portata avanti da anni con l'obiettivo di riscoprire il respiro
profondo dei luoghi sacri di tutto il mondo. Immersi nella mistica
atmosfera del Santuario di S.Romedio egli avvolgerà l’ascoltatore con
arcobaleni di armonici “liberati” dal sistema temperato, suonando il
suo sassofono “tra le note” e “sulle note” dialogando con l’eccezionale
acustica del canyon che risponde ai fraseggi modali con risonanze
trasformate dal musicista in contrappunti dal fascino ancestrale.
17 luglio ore 21.00, Malè
Mirko Pedrotti Quintet
con Mirko Pedrotti Vibraphone/ Lorenzo Sighel Alto Sax/ Luca Olzer
Fender Rhodes & Synthesizers/ Michele Bazzanella bass/ Matteo
Giordani drums
Energia è la parola che meglio
descrive la musica di questo gruppo Jazz, vincitore del primo premio al
Barga Jazz Contest nel 2013. Attraverso composizioni originali
personali e incisive, il vibrafonista Mirko Pedrotti, ha attirato a se
alcuni dei più attivi e talentuosi musicisti presenti sulla scena
jazzistica trentina, creando con loro nuove accattivanti idee musicali
nelle quali metro irregolare e armonia modale formano la base di
ricerca e sperimentazione musicale. Stilisticamente, i viaggi musicali
di Pedrotti seguono le direzioni indicate da Dave Holland, Chris
Potter, Avischai Cohen e Steve Coleman con una grande conoscenza del
mondo del progressive.
18 luglio ore 21.00, Cles, Piazzetta C. Battisti
Giovanni Guidi
Giovanni Guidi pianoforte
Semplicemente uno dei più bei
talenti emersi nel jazz italiano negli ultimissimi anni, ed era da
tempo che non capitava di ascoltare un esordio di tale maturità.
Nonostante l’età, (classe 1985), Guidi ha il piglio dei pianisti più
navigati: senza remore va diritto al sodo con un pianismo armonicamente
raffinato e melodicamente delineato in modo limpido. Giovanni Guidi
suona il pianoforte per davvero, dimostrando un approccio modernissimo
che rende molto bene nell’insieme; la sua perfezione strutturale fa si
che le sue improvvisazioni sembrino in realtà delle composizioni
eseguite in tempo reale, in perfetto equilibrio fra astrazione e
semplicità
19 luglio ore 21.00, Malè
Gianluca Di Ienno Keys Trio «Shifting Thoughts»
Gianluca
Di Ienno piano, synth, hammond, elettronica/ Massimiliano Milesi
sassofono soprano, sassofono tenore/ Alessandro Rossi batteria
La musica, tutta originale, è
fondata sulla necessità di trovare chiavi di lettura diverse, partendo
dalla matrice d'improvvisazione e interazione propria del jazz. Gli
spazi sonori e musicali sono legati a uno scenario d'ispirazione che
abbraccia più generi, in un asse temporale altrettanto ampio. Una
miscellanea co-esistenza fra jazz, elettronica, rock, improvvisazione,
strutture politematiche-timbriche evolutive, magmatiche, ipnotiche e
trascinanti. Il germe compositivo è spesso legato alla natura
estemporanea della musica e a un dinamico e creativo dialogo fra i
musicisti. La scrittura è a tratti dettagliata e strutturata, come
nella sovrapposizione di moduli ritmici, nel contrappunto, nelle
poliritmie, nei cambi metrici; a tratti contrastata da scenari aperti e
totalmente estemporanei. La concezione sonora dell'hammond si
allontana, volutamente, dall'impostazione jazz tradizionale per
esplorare le sue connotazioni rock. La diversa estrazione musicale dei
componenti favorisce la creazione di materiale compositivo fresco e
innovativo e crea un interessante carattere timbrico, assolutamente
distintivo.
20 luglio ore 21.00, Segno
Alessandro Galati Trio
con Alessandro Galati pianoforte/ Gabriele Evangelista basso/ Stefano Tamborrino batteria
Brani dai temi melodici ben
definiti, cantabili, a volte struggenti, sempre intensi, esaltati,
riproposti, espansi, riletti, attraverso un impianto armonico complesso
ma costituito secondo progressioni di accordi che a loro volta sono
veri e propri disegni tematici. Non accompagnano solamente, non
replicano, ma ridisegnano le melodie intrecciandosi ad esse. I temi
melodici si espandono, si arricchiscono, sono cangianti, ridisegnati,
esaltati o al contrario celati dietro intrecci di accordi
complessi e mai soverchianti. Questo avviene con una semplicità che si
imprime da subito nella memoria, perché il risultato di tale singolare
commistione è un suono ricco, puro e ben definito. È una meta ben
definita raggiunta attraverso un viaggio pieno di svolte, di sorprese,
di cambi di programma, che alimenta la voglia scoprire ciò che durante
il tragitto precedente si era guardato, ma senza vedere: è per questo
che, incuriositi, si sente l’esigenza di ripartire ancora.
21 luglio ore 21.00, Cles
Pulsar Ensemble
Filippo Sala, Gionata Giardina, Luca Mazzola, Sebastiano Ruggeri batterie, percussioni, tastiere
Da un’idea di Filippo Sala, un
laboratorio musicale di ricerca ritmica e timbrica inerente al mondo
della batteria e delle percussioni, ampliando poi la propria gamma
sonora con l’introduzione di strumenti elettrofoni: un sintetizzatore,
un piano elettrico e un set di pad elettronici. Le musiche composte,
tutte originali, vivono molteplici atmosfere sonore: dal post-rock al
minimalismo, dall’istintiva improvvisazione collettiva a momenti
intimistici, attraversando psichedelia e rigide melodie contemporanee.
I quattro musicisti, tutti batteristi-polistrumentisti di area jazz e
rock, dopo mesi di ricerca realizzano un set ideale e personalizzato
che consente una completa fusione cibernetica tra suoni acustici ed
elettronici.
22 luglio ore 21.00, Cloz
Pino Ninfa & Enrico Merlin
Sul filo della memoria. Alla ricerca di tracce da seguire fuori e dentro di noi
performance multimediale
Pino
Ninfa fotografo, videoproiezioni/ Enrico Merlin chitarre, live
electronicsUn viaggio per esplorare luoghi dismessi o abbandonati, per
raccoglierne attraverso il linguaggio della fotografia passaggi e
passaggi di tempo.
Un tempo abitato e vissuto che si incontra nelle stanze abbandonate di
edifici o capannoni deserti di strutture industriali dismesse. In ogni
angolo che ha ospitato presenze umane.
La fotografia crea un itinerario circolare, alla ricerca di un filo
sottile fra passato e presente, attraversando luoghi come il deserto
della diga di Merowe, oggi sommerso, che ha ospitato tracce di
passaggio di civiltà e religioni o come il deserto della Dancalia, dove
il tempo sembra essersi fermato a migliaia di anni fa.
Paesi abbandonati in Calabria, ex
manicomio di Volterra e altri ancora. E la Val di Non, che in questo
giorno entra a far parte di questo viaggio, così come nelle prossime
tappe rimarrà, indelebile, anche questa memoria. Troppo spesso infatti l’uomo tende a cancellare le tracce del suo passato, a inseguire a tutti i costi il nuovo.
È una idea che guarda al passato cercando il futuro, un progetto del
fotografo Pino Ninfa che diventa multimediale trovando nella
sensibilità affine del chitarrista a tutto tondo nell’uso di strumenti
classici e elettronici Enrico Merlin, un valido compagno con cui
affrontare una riflessione sul nostro tempo. La fotografia e la musica saranno un ottimo mezzo per riflettere su questo tema.
23 luglio ore 21:00, Denno, Cortile di Palazzo Parisi (in caso di pioggia Auditorium della Scuola Media, Denno)
Frank Sinapsi
Enrico Merlin chitarre, live electronics & Francesco Cusa batteria
"Suonare col mio amico Enrico
Merlin è una festa. Ci si diverte in studio, in concerto, a cena, a
pranzo, il giorno e la notte. Non è cosa di poco conto e va rimarcata.
Lavorare poi su Sinatra è stata una sfida esilarante. Si trattava di
rimescolare in chiave aliena alcune canzoni di una grande star. Abbiamo
rievocato musicalmente il suo poltergeist, il quale si è palesato sotto
forma di energia elettrica vibrazionale. Strane cose sono accadute in
studio: in sala una cascata di microscopici microfoni, in bagno uno
smoking di carne, sulle pareti la chimerica bestia a due teste:un
Merlin calvo e un Cusa capellone. Mentre suonavo ho visto un portale luce. Mentre suonavo ho toccato la materia d’un ectoplasma. Mentre suonavo ho guidato una cadillac. Mentre suonavo ho ballato nella densità della materia oscura. Mentre suonavo ho vissuto una vita da star."
Francesco Cusa
"Ebbene sì, per il centenario dalla
nascita di The Voice, come per ogni gigante accade, in molti si sono
buttati a capofitto sul suo repertorio. Con Sinatra, però le cose sono
andate diversamente… Egli infatti era interprete, non compositore, ed è
quindi più difficile scegliere una linea interpretativa «altra»,
distante dall’originale… e questo rende la maggior parte dei tributi di
fatto inutili forme di coverismo. Frank
Sinatra era un alieno, atterrato sulla terra nel 1915, noi buttavamo il
mondo in tragedia e lui emetteva il primo vagito! Era inevitabile
rendergli giustizia con un’opera sonora dedicata allo spazio, alla
follia, alla sua capacità di sovvertire le regole affermando i nuovi
canoni del mainstream. Con
Francesco Cusa abbiamo cantato la musica di un colosso del ritmo, del
timbro, dell’espressività, della dinamica, della melodia… un esempio di
perfezione interpretativa. Solo attraverso un sincero approccio
contemporaneo e (apparentemente) dissacrante si può omaggiare un
innovatore… al contrario si offende la sua grandezza."
Enrico Merlin
Maledetti!
Area Music Project con Enrico Merlin e Valerio Scrignoli chitarre e live electronics
"Maledetti è un omaggio
trasversale alla musica degli Area, svolto attraverso un continuo gioco
di espansione ed esplorazione all’interno del quale coagulano
differenti linguaggi"
Antonino Di Vita, Jazz it
"Finalmente! Serve introiettarli, scannerizzarli, divorarli, farsi
ingravidare. No celebrazioni sterili. Basta dialoghi con gli assenti" Max Carbone
I chitarristi Enrico Merlin e Valerio
Scrignoli, entrambi “anomali” protagonisti del jazz italiano,
finalmente insieme nel nuovo progetto “Maledetti”. Il duo passa
per le note della musica dei mitici Area International Popular Group,
senza dimenticare le parole, le immagini e la musica che ha girato
intorno a quegli anni che hanno segnato la nascita di un rapporto
inscindibile fra musica e vita reale. Merlin e Scrignoli scavano fra le
note e le melodie, ma anche nella rabbia, multiculturalità e
trasgressione del più rivoluzionario gruppo del progressive italiano.
Che ha lasciato tracce che meritano di essere ripercorse. Domenica 24 luglio - da Trento a Cles Ore 14:00 - partenza a Trento sul trenino storico della ferrovia Trento-Malé Ore 14:45 - fermata e concerto stazione di Mezzolombardo
24 luglio, da Trento a Cles con il trenino storico e jazz
Ore 9.00 - partenza a Trento sul trenino storico della ferrovia Trento-Malé, concerto con i Sextet Quartet
Ore 9.30 - fermata e concerto degli Ideas Park alla stazione di Mezzolombardo
Ore 12.30 - arrivo alla stazione di Cles
Ore 13 - pranzo tipico
Ore 14 - show pomeridiani di Patablock
Ore 16 - attività per bambini e famiglie "I giochi di un tempo" in
collaborazione con il Museo Storico degli Usi e Costumi della Gente
Trentina
Ore 17 - Terrazza del Doss di Pez (in caso di pioggia Sala Borghesi Bertolla - concerto Ideas Park
Ore 19.15 partenza da Cles e arrivo a Trento per le ore 21.00
Un
vero e proprio viaggio immersi in un’atmosfera d’altri tempi! Grazie
alla collaborazione di Trentino Trasporti sarà possibile rivivere i
colori e i suoni del primo Novecento viaggiando sul trenino storico
della Ferrovia Elettrica Trento-Malé.
Quartet Sextet
Davide Andreatta sassofino baritono, clarinetto/ Matteo Moser sassofono
tenore, sassofono alto/Albino Angeli tuba/ Alessio Tasin tromba/
Fabrizio Carlin trombone/ Lorenzo Tomaselli banjo, voce/ Daniele Bisson
batteria, percussioni
Un vero e proprio viaggio immersi in un’atmosfera d’altri tempi!
Grazie alla collaborazione di Trentino Trasporti sarà possibile
rivivere i colori e i suoni del primo Novecento viaggiando sul trenino
storico della Ferrovia Elettrica Trento-Malé. Ad ogni fermata,
un’esuberante Street Band armata di tuba, tromba e trombone rievoca
melodie di quella musica nata proprio nei primi anni Venti nel
variopinto mondo del Sud degli Stati Uniti.
IDEAS PARK
Carlo Sebastiano Tedeschi piano elettrico, clarinetto basso, sax
soprano/ Davide Cotti contrabbasso/ Lorenzo Scagliarini batteria
Un trio versatile ideato dal polistrumentista, musicologo e
compositore Carlo S. Tedeschi, che ha coinvolto il batterista Lorenzo
Scagliarini e in seguito il giovane contrabbassista Francesco Zaccanti
in sostituzione dell’originario chitarrista Davide Cotti, per suonare
un repertorio originale; il trio si presenta, con dinamiche timbriche
mutate, a omaggiare in maniera inedita e trasversale (tramite
rielaborazioni di brani altrui, ma non necessariamente quelli che uno
si aspetterebbe) la musica di Miles Davis e John Coltrane, artisti di
gran peso che nel 2016 avrebbero entrambi festeggiato i 90 anni. Ne
nasce un viaggio che tocca le sponde più improbabili del “e se Miles
avesse suonato questo… e se 'Trane avesse inciso quest’altro…” in
maniera piacevole, stimolante e innovativa!
24 luglio, ore 21.00, Cles, Terrazza del Doss di Pez (in caso di pioggia Sala Borgesi Bertolla)
Enrico Merlin & Massimiliano Milesi
Enrico Merlin chitarre, live electronics/ Massimiliano Milesi sassofoni
Sposare l’estetica heavy metal con
l’improvvisazione contemporanea e la musica elettroacustica, il Jazz
con con il noise post-industrial, la conduction con il blues più
profondo è il folle progetto del duo «Merlin : Milesi» che prendendo
spunto dai lavori di storiche coppie dell’improvvisazione, prima fra
tutte la collaborazione Evan Parker/ Derek Bailey, intraprende una
personale ricerca nei sentieri della musica intuitiva. Avvalendosi
dell’apporto di diabolici marchingegni elettronici il duo si muove tra
linee melodiche appena accennate, ritmiche compulsive e masse sonore
memori della lezione di Pierre Schaeffer. Una “musica concreta”
strumentale generata dall’istintualità dei due musicisti senza
strutture precostituite.
Hill Quintet
Massimiliano Milesi sassofoni/ Enrico Merlin chitarre,
live electronics/ Valerio Scrignoli chitarre/ Danilo Gallo basso/ Francesco Cusa batteria
L'Hill Quintet è composto
da esponenti di spicco dell'underground jazzistico italiano, come dire
la nicchia nella nicchia... Il gruppo nasce come produzione del
TrentinoInJazz Festival (Sezioni Valli del Noce), attorno alla
presentazione dei tre nuovi lavori discografici in duo di Enrico
Merlin. Lo affiancano infatti il sassofonista Massimiliano Milesi (già
del Duo Merlin-Milesi), il chitarrista Valerio Scrignoli (con lui in
Maledetti) e il batterista Francesco Cusa (sua controparte in Frank
Sinapsi). Il quinto elemento è Danilo Gallo, bassista dalle
straordinarie capacità espressive e dall'inventiva certamente non
comune. Già sulla carta il quintetto si presenta come un ensemble di
cui è difficile tracciare i contorni stilistici, in perfetta linea con
il tema portante del Festival di quest'anno: la frontiera. La collina
quindi, come un piccolo ostacolo da superare per continuare il viaggio,
ma anche quale riferimento al cognome di due artisti che con la
frontiera hanno sempre avuto a che fare, il compositore e pianista
Andrew Hill e il regista Walter Hill. Il tutto condito da uno
spirito ironico in cui fa capolino il western all'italiana. Sicuramente
una performance imprevedibile a cui parteciperanno probabilmente
graditi ospiti, che si uniranno per un viaggio sonoro oltre i confini
della realtà.